Sono trascorsi ormai venti anni da quel tragico 6 dicembre 2004, quando nel nostro paese si riversò una devastante valanga di fango e massi che causò la morte della signora Assunta Bidotti e della sua adorata nipotina Francesca, travolgendo e stravolgendo il territorio con danni ingenti, le cui tracce sono visibili ancora oggi.
Il ricordo di quella giornata è indelebile nella memoria di ogni concittadino. Ancora oggi, pensando a quel drammatico pomeriggio, il pensiero non può che andare alle vittime e a tutte le persone che persero le proprie abitazioni e i ricordi più preziosi custoditi in esse. Allo stesso modo, è impossibile non ricordare chi, a vario titolo, accorse per soccorrere, sostenere e aiutare le famiglie colpite dalla devastazione.
L’alluvione del dicembre 2004 non si limitò a cambiare il paesaggio del nostro paese – le sue vie, i suoi scorci, le sue tradizioni – ma segnò profondamente anche la nostra serenità. Un evento di tale portata ci fece comprendere quanto la forza della natura possa sopraffare le nostre certezze.
Nonostante il dolore e le difficoltà, non ci siamo arresi. Abbiamo ricostruito le nostre vite, le nostre strade, le nostre case e i nostri corsi d’acqua, mantenendo viva la speranza che simili catastrofi non si ripetano mai più.
Oggi è il giorno del ricordo e della riflessione. È un momento per riflettere sulle azioni necessarie, sia da parte delle istituzioni sia da parte di noi cittadini, affinché una tragedia come quella di venti anni fa non torni a sconvolgere le nostre vite e il nostro territorio.